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POLITICA

Ue imbocchi la strada della crescita

Riforme, lo stimolo di Napolitano: "Non possiamo restare prigionieri di paralisi e impedimenti"

Così il capo dello Stato ricevendo al Quirinale i Cavalieri del lavoro: "Tutelo regole vere, non paraventi per la difesa dell'esistente"

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Roma
Nel giorno del Consiglio Europeo di Bruxelles Giorgio Napolitano si rivolge al mondo della politica per un forte appello: "Noi non possiamo restare prigionieri di paralisi e impedimenti. Occorre varare con passo celere e determinazione cambiamenti essenziali". Il presidente della Repubblica, parlando della necessità di varare le riforme strutturali nella cerimonia di consegna delle onorificenza ai Cavalieri del Lavoro al Quirinale ha sottolineato: "Continuerò a svolgere il mio ruolo di garante nei limiti delle mie forze".

Ue imbocchi la strada della crescita
Il presidente della Republica chiede che l'Europa imbocchi la strada della crescita: "Dai paesi asiatici sono venuti contributi preziosi" nel superamento della crisi finanziaria, è il ragionamento "ma tocca alla Ue imboccare ora la strada di politiche decisamente orientate alla crescita". E deve essere tutta la Ue perché tutti "accusano i colpi della stagnazione, se non deflazione". Napolitano ha sottolineato come si possa ormai cogliere un cambiamento di clima in tal senso nei contesti europei e ha ricordato come una linea più volta alla crescita sia stata sostenuta dall'Italia e "sta per essere sancita" dal Consiglio europeo di Bruxelles "nella speranza di non essere smentiti già domani". 

Il nostro Paese "libero da zavorre"
In Italia, ha spiegato il capo dello Stato, ci sono "clamorosi segni di negatività nella vita del Paese: dalla corruzione nel pubblico e nel privato alla criminalità, dalla scarsa funzionalità di troppe amministrazioni centrali e locali, a regressione in senso becero e violento dei comportamenti di individui e di gruppi asociali, fino alle degenerazioni eversive vere e proprie". E' un "J'accuse" quello lanciato da Napolitano nel suo lungo intervento al Quirinale che sottolinea l'esigenza che il nostro Paese "esca dalla crisi e torni a crescere, libera da zavorre".

Stallo sulla Consulta
​Un esempio di queste negatività è lo stallo del Parlamento sull'elezione dei giudici della Consulta: "Ci è toccato vivere con pena" questa situazione - ha sottolineato il presidente della Repubblica - accade a danno delle sue stesse prerogative costituzionali". Napolitano ha aggiunto che, con le sue nomine presidenziali per la Consulta, è stato costretto a dare "un esempio dovuto e severo, con scelte imparziali anche ad un minimo di riequilibrio di genere".

In politica troppi atteggiamenti frenanti
Il capo dello Stato, ha precisato che serve "una comune assunzione di responsabilità dinanzi ai rischi e alle sfide che il Paese sta vivendo". "Sul piano politico, e con gravi implicazioni per la vita delle istituzioni, le troppe contrapposizioni pregiudiziali, l'incapacità di dialogo e di intesa, gli atteggiamenti frenanti o di vero e proprio rifiuto rispetto a scelte concrete di riforma, sono stati - ha aggiunto il presidente - l'espressione di conservatorismi, corporativismi e ingiuste pretese di conservazione di posizione di rendita, di ingiuste posizione acquisite".