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ECONOMIA

Il caso

Italia-UE, duello sulla flessibilità: resta alta la tensione tra Roma e Bruxelles

Il commissario europeo all'Economia, il socialista Moscovici, precisa: "Tra Italia ed Europa lo scontro è inutile, dobbiamo cercare il compromesso dove possibile", "la Commissione darà le sue risposte a maggio". Renzi dal Ghana sulla "chiusura" del capogruppo Ppe Weber verso l'Italia: "Basta con le polemicucce"

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Un'altra giornata ad alta tensione tra Roma e Bruxelles, con polemiche e contropolemiche che si sono rincorse tra Bruxelles, Strasburgo e Accra, in Ghana, dove si trovava il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. 

L'intervento di Moscovici
"Naturalmente la flessibilità esiste ancora in Europa. E l'Italia è il Paese che ne beneficia di più su investimenti e riforme. Abbiamo un dialogo aperto con le autorità italiane sulle nuove richieste di prendere in considerazione le spese per i rifugiati o la lotta al terrorismo". Lo precisa il commissario Ue Pierre Moscovici. "La Commissione darà le sue risposte a maggio. Concentriamoci su questo. Tra Italia ed Europa lo scontro è inutile, dobbiamo cercare il compromesso dove possibile, è questo quello che farò".

A gettare acqua sul fuoco delle polemiche tra Roma e Bruxelle sulla flessibilità arrivano fonti comunitarie vicine a Moscovici: "Le decisioni sulla flessibilità" dei bilanci pubblici degli Stati membri "saranno prese a maggio" dall'Esecutivo comunitario, "non c'è nessuna chiusura" su questo punto nei riguardi dell'Italia.

La "chiusura" era stata vista nelle affermazioni rilasciate da Moscovici oggi a Strasburgo, ma la Commissione ha diffuso in serata il virgolettato delle dichiarazioni del commissario, chiedendo una rettifica di quanto è stato riportato dalla stampa italiana che non corrisponda alle frasi pronunciate. 

Falchi all'attacco
Era stato il 'falco' Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo ed esponente dell'ala dura della Csu bavarese, a tornare ad attaccare il premier Matteo Renzi dalla plenaria di Strasburgo. E lo fa chiudendo alla flessibilità aggiuntiva richiesta dall'Italia alla Ue, perché secondo lui i margini sono finiti.

La partita sulla flessibilità è quindi ancora aperta e il risultato si avrà solo a maggio. Le richieste dall'Italia sono su tre fronti: riforme (0,1% del pil), investimenti (0,3%) e migranti (0,2%). La prima è la meno problematica, visto il percorso di riforme ben avviato e di recente plaudito anche dalla Merkel. La seconda ha bisogno di dati precisi sul tipo di investimenti co-finanziati dalla Ue e già messi in cantiere. La terza è un'incognita, sia economica che politica. Economica perché la Commissione è scettica sulla destinazione di quello 0,2% già inserito in Legge di stabilità che ha fatto lievitare il deficit al 2,4%, e politica perché aprirebbe la strada ad un ripensamento per tutti delle spese per i migranti.

Dal Ghana il premier Renzi ha invitato a smetterla con le "polemicucce" per riguadagnare una "strategia di lungo periodo", la sola che può risolvere il problema dell'immigrazione.