Lippi: 'In Figc persone che conoscono il calcio'

'Ero pronto a tornare, poi è venuta fuori una nuova regola...'

1516610570904_GettyImages-65530564.jpg"Il calcio esiste da 100 anni, l'Italia ha vinto 4 volte il Mondiale e per due volte non si e' qualificata. Si rosica ma si riparte. Ma e' sempre la societa che ha il ruolo piu' importante, che sceglie i protagonisti. E in questo caso bisogna fare una societa', una Federazione, con delle persone che conoscono il calcio".

E' il pensiero di Marcello Lippi, ospite di "Radio Anch'io Sport" su RadioUno, sul futuro della Figc dopo la mancata qualificazione ai Mondiali della Nazionale.

Negli anni scorsi Lippi e' stato vicino a tornare, "assieme al presidente del Coni avevamo trovato l'accordo perche' diventassi il supervisore tecnico. Erano tutti d'accordo, poi prima di firmare e presentare ct e dt e' venuta fuori una nuova regola nella quale c'era scritto che un procuratore non poteva esercitare la sua professione se aveva un parente in Federazione o in una squadra affiliata. Mi e' sembrato un po' strano firmare un pre-contratto e poi scoprire che chi aveva firmato quello statuto non si ricordava di quella regola".

Questo Napoli e' da scudetto: l'ex ct azzurro osserva con interesse il campionato di serie A, "partito con delle aspiranti importanti. L'Inter ha fatto un inizio fantastico, cosi' come la Roma, poi si sono perse un po' per strada ma assieme alla Lazio, magari grazie al mercato, possono ritornare. E poi c'e' una contendente convinta e qualificata per la solita Juve che e' il Napoli. Potrebbe essere l'anno giusto, e' primo in classifica, ci crede".

"L'Europa League gli dara' un po' di problemi, la rosa non larghissima e l'attitudine a non cambiare molto potrebbe condizionarli ma la loro convinzione e un ruolino di marcia fantastico in trasferta ne fanno un'autorevolissima candidatura per lo scudetto. Sarri si lamenta che nelle prossime giornate giochera' sempre dopo la Juve? Sono schermaglie da vertice, ogni anno ce n'e' una. I campionati non si decidono con queste cose, vince sempre il piu' forte, caratterialmente e a livello di organizzazione".

Ed e' anche per questo che Allegri spesso cerca di tenere sulla corda i suoi, invitandoli a non sottovalutare certe gare. "E' importante l'organizzazione tattica ma non e' determinante per la vittoria, conta il livello caratteriale. A livello tecnico la Juve non e' seconda a nessuno in Italia", concorda Lippi.

Per il quale non si puo' parlare di "delusioni" per Inter e Roma. "Spalletti con le sue qualita' di compattatore di gruppi ha ottenuto risultati nettamente superiori alla normalita' per un allenatore che arriva e deve mettere a posto una squadra".

"Ha fatto notare alla societa' che gli mancava qualcosa e adesso credo che l'Inter potra' tornare a essere dietro quelle due e magari rientrare in corsa. Di Francesco si e' di fatto subito apprezzare nonostante lo scetticismo e ha coinvolto i giocatori e non era facile, si vede che credono in quello che fanno. Ora vediamo cosa uscira' da questo turbinio di notizie di mercato. L'eventuale cessione di Dzeko? Potrebbe anche essere una cosa bella puntare tutto su Schick e Defrel".

E poi c'e' la Lazio: "Ha un ds come Tare che e' straordinario che sa scegliere i giocatori, mettono i giocatori nelle condizioni di esplodere. Poi Inzaghi e' veramente bravo in tutto".

La Var è uno "strumento moderno e nuovo. Secondo me all'85% ha fatto cose importanti e per il 15% ha sbagliato qualcosa, ma vista la novità si può anche accettare. Di sicuro la cosa importante è la qualità delle persone che prendono le decisioni. Certo deve essere migliorata qualcosa, ma ritengo sia un sistema estremamente valido", ha aggiunto il mister azzurro Campione del mondo 2006.

"Il futuro di Buffon? Come ho detto per altri, qualsiasi cosa fara', la fara' bene, parliamo di persone che sono capaci di coinvolgere emotivamente chi gli sta vicino e diventano dei leader immediatamente. Se lo dovessi sentire, gli direi di finire quando desidera finire, perche' credo che in fondo in fondo il record di presenze in A gli possa interessare, e quando avra' finito di giocare, fermarsi un paio d'anni, godersi la famiglia, staccare e pensare bene a quello che vorra' fare". 

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  • pubblicato22.01.2018
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